La salita al Cervino

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Da sempre per rappresentare una montagna si disegna una piramide con la cima che punta verso il cielo... il Cervino, la montagna perfetta, è proprio così: svetta isolata dal resto della catena montuosa nell’incantevole Valtournenche, rappresenta il sogno di moltissimi scalatori che vorrebbero raggiungerla almeno una volta nella vita...



Alla scoperta della montagna perfetta

La Salita al Cervino 

La salita al Cervino è possibile da due versanti: quello italiano chiamato la Cresta del Leone e quello svizzero la Cresta dell’Hornli

Fino al 1865 il Cervino era considerato inespugnabile, si attribuiva la presenza di spiriti cattivi e demoni di montagna finché il britannico Whymper riuscì a conquistarlo attraverso la via Svizzera. Whymper aveva cercato di convincere inutilmente l’amico Carrel a tentare la salita al Cervino dal versante svizzero più volte in passato. 

Quando seppe che Carrel si era già avviato verso la vetta del Cervino attraverso la via normale italiana decise di partire da Zermatt per tentare la scalata attraverso la via Svizzera. Whymper arrivò per primo ma durante la discesa i primi quattro della cordata precipitarono. Entrambe le vie per la salita al Cervino furono aperte e da quel giorno migliaia di scalatori sognano di arrivare sulla vetta del Cervino.

Libro Vetta del Monte Cervino, Pinterest

Cresta del Leone: la via normale italiana

La via normale italiana è più difficile da salire rispetto a quella svizzera nonostante il dislivello sia inferiore ma ci si muove su un terreno più tecnico dove bisogna essere preparati ad agire con disinvoltura e superare le difficoltà velocemente. 

La salita al Cervino attraverso la via normale italiana si può dividere in 3 tappe:

    • - da Breuil-Cervinia (2012 m) al Rifugio Duca degli Abruzzi (2.802 m)
    • - dal Rifugio Duca degli Abruzzi al Rifugio Jean-Antoine Carrel (3.830 m)
    • - dal Rifugio Jean-Antoine Carrel alla vetta (4.478 m)

La prima tappa della scalata del Cervino è di natura escursionistica, nessuna difficoltà di tipo tecnico. Si tratta di una passeggiata di circa 2 ore che da Cervinia porta fino a 2.802 m passando per la Chiesetta degli alpini Battaglione Aosta dove si trova una grande croce in ricordo di Papa Giovanni Paolo II. Proseguendo si potrà ammirare anche una suggestiva cascata.  Si potranno risparmiare 500 mt di salita utilizzando gli impianti di risalita che da Cervinia arrivano a Plain Maison per continuare poi a piedi per circa 90 minuti.

La seconda tappa della via normale italiana è mista: la prima parte continua ad essere di natura escursionistica e dopo una passeggiata di dolci pendii si arriva alla Croix Carrel che porterà fino a Colle del Leone che separa la Testa del Leone dal Cervino vero e proprio. Da qui inizia l’arrampicata vera e propria che porterà fino al Rifugio Jean-Antoine Carrel gestito dalle guide del Cervino dove generalmente gli scalatori trascorrono la notte per prepararsi il giorno seguente all’impegnativa scalata alla volta della vetta del Cervino.

La terza tappa è la vera e propria scalata del Cervino agevolata da corde fisse e corde fisse metalliche, la più famosa è la Scala Jordan che permette di risalire una placca strapiombante molto esposta e di circa dieci metri. 

La vetta italiana m. 4.476 è segnata da una croce e su un braccio si legge la parola Pratumbor (nome latino di Zermatt) mentre sull’altro Vallistornench (nome latino di Valtournenche).

Rifugio Carrel, Pinterest


Cresta dell'Hornli: la via normale svizzera

La cresta dell’Hornli è la via normale svizzera ed è più semplice rispetto alla via normale italiana nonostante il dislivello da scalare sia circa 1.200 mt. La salita è impegnativa su un terreno tecnico essenzialmente di roccia mentre il ghiaccio si trova solo nella parte finale.

La salita al Cervino attraverso la via normale svizzera può essere suddivisa in 2 tappe:

    • - da Zermatt (1.616 m) alla Hörnlihütte (3.260 m)
    • - dalla Hörnlihütte alla vetta del Cervino (4.478 m)


La prima tappa della salita al Cervino è di natura escursionistica: partendo da Zermatt si raggiunge lo Schwarzsee (Lago Nero 2.584 m) attraverso un sentiero oppure utilizzando l’ovovia Matterhorn Express. Percorrere il sentiero richiede dalle 2 alle 3 ore. 
Dal Lago Nero si raggiunge la cresta attraverso un sentiero dapprima con tornati e in seguito con passerelle e scalette sulla parete rocciosa.

La seconda tappa è di natura alpinistica, molto lunga e faticosa, richiede circa 9/10 ore di scalata utilizzando corde fisse e scalando pendii e muri rocciosi. Appena sotto la vetta si trova la statua di San Bernardo, protettore degli alpinisti. La vetta svizzera è più alta di 2 metri rispetto alla vetta italiana.

Hörnlihütte, Pinterest  


Scalata del Cervino: regole da seguire

In montagna la regola principale è la prudenza, significa valutare sempre molto bene le proprie capacità.
La forma fisica è un requisito fondamentale per poter affrontare in sicurezza una scalata: bisogna effettuare un controllo medico adeguato perché si pratica uno sport con difficoltà impegnative.

La fatica è una delle cause principali degli incidenti, è per questo motivo che bisognerà valutare in maniera molto attenta le proprie possibilità e la condizione fisica.
L’ideale è allenarsi sempre in montagna affrontando dislivelli crescenti e toccando quote sempre più elevate perché l’arrampicata richiede un grande impegno muscolare, coordinazione e forza che possono essere sviluppati solo allenandosi in un ambiente montano con tutte le variabili che questo presenta.

Molto importante è inoltre l’acclimatazione: la riduzione di ossigeno diventa evidente sopra i 3.000 m ed è per questo motivo che bisogna abituare l’organismo a compensare ed abituarsi alla nuova situazione. La mancanza di acclimatazione può far comparire il “mal di montagna” con nausea, inappetenza, mal di testa e stanchezza eccessiva, in quel caso conviene scendere di quota.

E’ importante tenere presente che l’allenamento a bassa quota non previene il mal di montagna e che una salita troppo rapida espone alla sua comparsa, l’ideale sarebbe prevedere un pernottamento a quota intermedia.

Alla base di una  buona preparazione alpinistica c’è anche una buona preparazione escursionistica che aiuta per ridurre i tempi di recupero e la fatica generale.

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